Laboratorio di missione

PREGIUDIZI E PAURE…

Volevo visitare l’Albania da molto tempo.

Vicina  a noi dal punto di vista geografico, ma poco conosciuta, con forti differenze sociali tra la costa che si è aperta al turismo e alle industrie, e la montagna ancora povera e arretrata.

Ho accolto l’invito di padre Andrea ad un viaggio in Albania con un gruppo  di persone, che per le diverse competenze e sensibilità, mi  offrivano la possibilità  di vedere le cose con un’altra prospettiva.

Lo scopo di questo  viaggio non era turistico ma di conoscenza di  diverse  realtà alla periferia di Tirana, e alle città di Scutari e Berat.

Sono partita sulle difensive e senza prepararmi troppo, con poche idee confuse e non aggiornate, forte solo di alcuni stereotipi ben consolidati sul paese e sugli albanesi in genere.

Avevo una valigia piena di ansie e di paure oltre che piena di cose inutili, cose di cui in realtà non ho avuto minimamente bisogno.

Con questo gruppo di persone  mi sono trovata molto bene nonostante le differenze di età, di abitudini e di esperienze. Tutti sono stati molto accoglienti e comprensivi,.condividendo momenti di allegria e di grandi risate e momenti di tanta  tristezza e di riflessione.

A volte mi è mancato il tempo di riflettere da sola e avrei voluto isolarmi  per  rielaborare sensazioni provate,  testimonianze ascoltate, e tante cose viste.

Le persone che ci hanno ospitato sono state fantastiche!

In ogni luogo abbiamo trovato grande accoglienza, attenzioni, calore e simpatia. Tante persone vere che ci hanno aperto non solo le loro case ma anche i lori cuori con il racconto delle loro esperienze di vita.

.Gli incontri con le persone  mi hanno offerto la possibilità di cambiare le mie idee, senza giudicare  e con la convinzione  che  nel tempo avrei dovuto modificare la mia rigidità.  Spesso mi sono poi sentita inadeguata nel modo di esprimere il mio pensiero e nel formulare le domande che mi venivano in mente.

Mi sono sentita inadeguata soprattutto nei confronti della fede cristiana che ho percepito viva, forte e sicura in tante persone che ho incontrato.

Mi sono sentita impotente di fronte a tante sofferenze e a tanti bisogni, delle volte arrabbiata per le ingiustizie e le diseguaglianze, per la mancanza di prospettive di tante persone.

Mi sono sentita egoista  per aver fatto ben poco per gli altri, ipocrita nel voler aiutare persone lontane e non voler aiutare persone vicine come i familiari, gli amici, i vicini di casa, di lavoro o chi è ai margini nella comunità in cui vivo.

Ripensando alla intensa esperienza di viaggio in Albania mi vengono in mente tante parole.

Prima di tutto: Male,.atrocità, sofferenze, soprusi, vendette, violenze, torture, privazione delle libertà, della dignità e  della vita ,pensando al carcere di Scutari e alle tante testimonianze  sul periodo della dittatura..

E ancora fragilità, emarginazione, abbandono, solitudine, disperazione, sfruttamento.

Penso ai senzatetto ospitati nel centro di accoglienza di Tirana, alle persone con handicap di Berat, alle donne vittime di violenza, alle persone sopraffatte dalle dipendenze o con problemi psichici accolte a Scutari dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, alle donne di Bathore costrette a un lavoro precario, duro e mal remunerato.

.

Nei volti vedo parole come devozione, preghiera, affidamento a Dio per tante persone che abbiamo incontrate.

Determinazione, dedizione e impegno, pensando ai tanti religiosi e laici che si spendono in prima persona per sollevare i più poveri, gli ultimi..

Le parole bellezza e pace. mi ricordano  le montagne innevate di Berat e la cattedrale ortodossa, la moschea di Scutari,  la chiesa cattolica di Bathore e la cattedrale di Tirana.

Con la parola  SPERANZA penso ai bambini che giocavano nell’oratorio di Bathore e i tanti giovani albanesi che studiano, lavorano e si impegnano per un futuro migliore.

Penso alla condivisione .di  difficoltà e di problemi ma anche di risorse, di idee, di progetti, di conoscenze, di impegno e speranza!

Il viaggio in Albania è stata per me un’esperienza molto positiva.

Un’occasione di incontro e di confronto prima di tutto con le persone del gruppo e poi con le tante testimonianze ricevute negli incontri..

E’ stato utile conoscere meglio il passato e il presente di questo  paese, di cui sapevo poco,  attraverso la testimonianza diretta di persone che si impegnano per una vita più dignitosa.

Un’esperienza che vorrei ripetere per approfondire la conoscenza dell’Albania e per dare un sostegno e un segno di vicinanza alle persone che ho incontrato.

CARLA   FERRO

vista dall’alto di Berath
montagne innevate attorno a Berath
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