Aperitivo missionario: un calice per raccontare…
Andare per comprendere
Ritrovarsi per raccontare
Testimoniare per non dimenticare
Forse può essere questa la sequenza e l’essenza dell’iniziativa che si è svolta, durante le domeniche del mese di ottobre dedicato alla Missione, a turno, nelle chiese della nostra Collaborazione oltre che a Villanova dove i Padri svolgono il proprio servizio. L’aperitivo missionario si è svolto alla fine della messa sul sagrato con un calice di vino in segno di convivialità familiare, dove si sono ritrovati a parlare della propria esperienza, gli amici del Laboratorio di missione che hanno partecipato ai viaggi in Albania. Una terra e un popolo segnati da un tragico regime comunista perdurato dal 1944 fino al 1991: per volere del dittatore Enver Hoxha, l’Albania doveva diventare il primo stato ateo e per raggiungere questo disumano obiettivo sono stati sterminati, torturati, assassinati molti cristiani e uomini della chiesa cattolica albanese, ortodossa e musulmana. La professione di fede in quel periodo è stata vissuta clandestinamente, come brace sotto la cenere. Non è morta anche se non doveva esistere. Oggi il popolo albanese gode di libertà religiosa, una libertà segnata e ferita, ma viva e i nostri viaggi vogliono portare speranza, aiuto, fratellanza solidale alle piccole comunità cristiane che stanno risorgendo. Questa è la missione, questo è il senso del viaggio e l’aperitivo è stata l’occasione per testimoniare questa profonda esperienza missionaria. Speriamo che le parole di papa Wojtyla pronunciate durante la visita in Albania del 1993, possano concretamente diventare bandiera e monito costante per la nostra piccola comunità friulana già avviata all’incontro con il popolo albanese.
Così, cari albanesi, il vostro dramma deve interessare tutto il continente europeo: è necessario che l’Europa non dimentichi” (Giovanni Paolo II)