C’è una “buona stampa” che vive per te e con te. Per portare speranza
Non bastava l’Ucraina. Non bastavano nemmeno l’inflazione cavalcante e i cronici problemi che ben conosciamo: denatalità, difficoltà sanitarie, disoccupazione giovanile e tanto altro. A complicare il quadro è piombato anche l’ennesimo conflitto in Israele, terra “Santa” per molti. In tutto questo ci chiediamo: c’è speranza? E se c’è, dove si trova? Si può scorgere, si può leggere?
Guardiamo per esempio ai mezzi di comunicazione, nostro osservatorio privilegiato. Molta disinformazione– talvolta in buona fede, ma tant’è – si annida nelle pagine di giornali, nei servizi in TV, nei post sui social media. È proprio vero che «nella guerra la prima vittima è la verità», come suggeriva il poeta greco Eschilo. E questo ci riporta alla speranza: in tutto questo, dov’è la verità della speranza? La risposta ci giunge proprio da laggiù, quell’ insanguinata Terra Santa da cui Cristo stesso, riaprendo gli occhi dopo la morte, ci consegnò uno sguardo nuovo sul mondo. La verità – lui ci insegna – può andare a braccetto con la misericordia, con il perdono, con la pace. Sguardi difficili, beninteso, ma capaci di amare la realtà così com’è, nella sua verità, ma anche nella sua insaziabile tensione verso la speranza. Avere sguardi nuovi sul mondo significa partire da occhi nuovi sul nostro Friuli. Sguardi che anche i media possono avere, se indossano gli occhiali della speranza. Facciamo nostra la frase che un giorno ci consegnò una fedele lettrice di Vita Cattolica, il settimanale dell’Arcidiocesi di Udine, che ci disse «O vin bisugne di leturis di bielece e di sperance»: abbiamo bisogno di letture (della realtà) che accendano la speranza. Non significa dire che “tutto va bene” (faremmo un torto alla verità), ma porci senza indugio dalla parte di chi ha la voce più flebile, di chi è più piccolo, di chi si spende per il prossimo, di chi denuncia l’ingiustizia. Nei media diocesani cerchiamo di proporre questo sguardo, che è lo stesso di tante piccole espressioni mediatiche – come questo bollettino – che vogliono innanzitutto far vedere il bello che c’è, senza dimenticare ciò che va aggiustato. Ecco, quindi, che speranza e verità possono andare a braccetto nelle pagine dei fogli e dei bollettini parrocchiali, dei siti web delle Collaborazioni pastorali, del settimanale diocesano “La Vita Cattolica” e dell’emittente diocesana “Radio Spazio”. Tutti strumenti che si propongono, espressamente, di portare quel pizzico di speranza nelle case di ciascuno, passando dalla cassetta della posta o dal display. La speranza va a braccetto con un’altra parola, che è “insieme”. Se lo vuoi, quindi, “insieme” possiamo aiutare noi stessi – quindi la società e l’opinione pubblica – a trovare quelle luci di speranza di cui abbiamo tanto bisogno. Concretamente, noi ci siamo e ci proviamo: puoi ascoltarci sulla radio diocesana “Radio Spazio” (che proprio a ottobre 2023 ha festeggiato i suoi primi trent’anni di trasmissione), o puoi sfogliarci settimanalmente su La Vita Cattolica, previo abbonamento cartaceo o digitale. Se lo vorrai, le modalità le trovi su www.lavitacattolica.it. Questo particolare settimanale – così come il bollettino che hai per le mani –è davvero uno strumento che vive per te e con te. Sosteniamolo insieme.
Giovanni Lesa (Direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale delle comunicazioni sociali)
Don Daniele Antonello (Direttore de “La Vita Cattolica” e “Radio Spazio”)
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