“PERCORSI DI PACE” ABSTRACT
“Pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismo.” (paragrafo 92 della Laudato sì).
Ci siamo fatti guidare da questa indicazione per organizzare “Percorsi di pace” di quest’anno, con alcuni eventi “apripista” verso la Marcia e Veglia per la Pace in Abbazia di Rosazzo.
Sono stati momenti diversi e dislocati in più sedi, in cui riflettere insieme, nel primo sulla crisi climatica mondiale con la proiezione del film The Letter, e nel secondo su una attività di volontariato nei campi per rifugiati in Libano, dove vivono, accalcati, poveri e senza prospettive, da 70 anni, gli eredi dei profughi dalla Palestina. La proiezione del film a Pradamano l’11 maggio ha visto presenti un buon gruppo di giovani delle superiori, ed è stata seguita da un confronto animato da due ragazzi diciannovenni, che hanno favorito l’emergere di impressioni, e di possibili filoni di azione su cui impegnarsi per la Cura della Terra attraverso iniziative locali. Dopo una proiezione di un’ora e mezza non c’è stato ovviamente il tempo per arrivare a una progetta-azione, ma è stata condivisa la voglia di “agire”, di unire le forze per non lasciarsi andare alla deriva ma anzi trovare forza ed efficacia in alcune attività.
Nel secondo incontro, il 17 maggio, svoltosi all’Oratorio di San Giovanni al Natisone, è stato riportato il Progetto Music & Resilience: volontari e volontarie svolgono attività didattiche di community music, musicoterapia e formazione per operatori sociali e insegnanti nelle comunità di profughi palestinesi. Vi partecipa anche una giovane friulana, Sara Tosolini, musicoterapeuta di Tavagnacco. Sara ha descritto, con il suo stile delicato e con immagini eloquenti, la sua esperienza: «È un’esperienza difficile da esprimere a parole – ha raccontato in un’intervista pubblicata sul settimanale La vita cattolica. Sono tante le cose che ho imparato e sto imparando, ma se dovessi scegliere le tre più importanti direi il valore dell’umiltà, del fare comunità e il potere che ha la musica di mettere insieme tante persone, senza pregiudizi. Ragazzi e ragazze che fino a quel momento non avevano alcuna relazione tra loro, eccoli ora a comunicare, anche senza parole, uniti dal comune amore per la musica».
Nel frammezzo, abbiamo colto l’occasione di avere tra noi il vescovo Flavio Giovenale, salesiano, missionario in Brasile da molti anni, e vescovo attualmente di Cruzeiro do Sul, nell’amazzonia brasiliana. Nella nuova Sala della Parrocchia di Buttrio, dove abbiamo potuto avere una magnifica cena conviviale preparata da alcune generose volontarie, erano presenti anche numerose persone e famiglie da vari Comuni del circondario. Nell’incontro don Flavio ci ha descritto con parole e immagini la realtà complessa della sua vasta diocesi, le particolari e difficili condizioni sociali ed ecologiche, l’impegno di cristiani che vivono disseminati su vasti territori e la loro volontà di vivere la fede nei loro piccoli villaggi, con i laici che si rendono responsabili e attivi per la vita comunitaria. Don Flavio ha fatto trasparire tutta la passione e il sostegno che riesce a offrire ai suoi fedeli, e il suo atteggiamento pronto a coniugare saggiamente il diritto canonico con le necessità ministeriali dei fedeli in quelle singolari situazioni.